Gesuiti con i tribali: «No alla vendita delle terre ancestrali»

Gesuiti con i tribali: «No alla vendita delle terre ancestrali»

Gesuiti con i tribali: «No alla vendita delle terre ancestrali»

India - 27 Set 2016

I popoli tribali si stanno ribellando contro una proposta di legge che riguarda l’acquisto e la vendita dei terreni nello Stato del Jharkhand, in India.

E la Chiesa cattolica è al loro fianco.

L’attuale normativa vieta la vendita o l’acquisto di terre indigene da parte di persone non tribali.
La proposta prevede invece l’apertura a persone non tribali alle transazioni.
Ciò metterebbe a serio rischio la stessa identità dei tribali che vivono in una situazione simbiotica con l’ambiente.
«La proposta di modificare le leggi in materia di compravendita dei terreni – ha detto Telesphore Bilung, vescovo ausiliare di Ranchi – è una grave minaccia per la sopravvivenza di popolazioni tribali. Il rischio è che, allontanati delle loro terre, i tribali siano privati dei loro mezzi di sostentamento e siano costretti ad abbandonare lo Stato e a rifugiarsi nelle periferie delle grandi città dove vengono emarginati».

Nel Jharkhand vivono 9 milioni di tribali, il 26% dei 33 milioni di popolazione dello Stato.
Il Jarkhand è nato 16 anni fa da una scissione con lo Stato del Bihar proprio per meglio tutelare i diritti dei tribali.

Spesso però questi diritti vengono violati o si cerca di aggirarli.
Per questo la Chiesa cattolica si è mobilitata per sostenere le ragioni di questa minoranza.

Xavier Sorent, gesuita, è un’attivista sociale. Da tempo sta lavorando tra i tribali per aiutarli a creare in loro la consapevolezza della loro condizione e proteggere la loro terra.

«Le persone – spiega il religioso – vengono in gran numero agli incontri che organizziamo. Spesso organizziamo manifestazioni di protesta per pungolare il Governo sulle questioni legate ai tribali».

Il Governo, gestito dai nazionalisti hindu, ha però proposto profonde modifiche alla legge sulla terra perché, secondo il gesuita Tom Kavala: «I politici vogliono consegnare a grandi compagnie minerarie le vaste aree tribali perché ricche di carbone, bauxite e altri minerali pregiati. Ecco perché diciamo che gli emendamenti colpiscono alla radice della vita tribale».

I gesuiti lavorano anche sul piano dell’educazione. Nella scuola Santa Maria di Simtoli, cercano di offrire una formazione di qualità che permetta ai giovani di avere la possibilità di accedere a occupazioni più qualificate e meglio retribuite.
E di fuggire in questo modo all’emarginazione.

Il Magis crede in questa iniziativa.

Vieni a scoprire com’è possibile sostenere il progetto.

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