Nuove foto aggiunte

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๐—Ÿ๐—” ๐—™๐—œ๐—ก๐—˜ ๐—˜ ๐—œ๐—Ÿ ๐—™๐—œ๐—ก๐—˜
๐˜๐˜ฏ ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ฆ๐˜ช ๐˜จ๐˜ช๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฏ๐˜ช, ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ฐ ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ต๐˜ณ๐˜ช๐˜ฃ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ข๐˜ป๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ, ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ช ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ค๐˜ถ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ขฬ€, ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฅ๐˜ข๐˜ณ๐˜ขฬ€ ๐˜ฑ๐˜ช๐˜ถฬ€ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ด๐˜ถ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ถ๐˜ค๐˜ฆ, ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ต๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ข๐˜ฅ๐˜ณ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ข๐˜ญ ๐˜ค๐˜ช๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ค๐˜ช๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ช ๐˜ด๐˜ข๐˜ณ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ต๐˜ฆ. ๐˜ˆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ข ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ณ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ญ ๐˜๐˜ช๐˜จ๐˜ญ๐˜ช๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญโ€™๐˜ถ๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ถ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ถ๐˜ฃ๐˜ช ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜จ๐˜ณ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ข ๐˜ฆ ๐˜จ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ช๐˜ขโ€ฆ (Mc 13,24-32).

๐—Ÿโ€™๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ ๐—น๐—ถ๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ด๐—ถ๐—ฐ๐—ผ ๐˜ƒ๐—ผ๐—น๐—ด๐—ฒ ๐—ฎ๐—น ๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—บ๐—ถ๐—ป๐—ฒ e la liturgia ci presenta il fine e la fine del mondo. Il quadro finale della storia umana realizza la promessa del Signore. Tutti siamo in cammino e la meta della storia รจ detta con la massima chiarezza: il fine della storia umana รจ lโ€™incontro con il Signore. Non andiamo verso il nulla e nemmeno verso lโ€™abisso, ma verso il termine della nostra vita e di tutta la storia umana. E ci viene detta la novitร  assoluta: non siamo noi che incontriamo il Signore, ma รจ lui che ci viene incontro: ยซIl Figlio dellโ€™uomo verrร  con grande potenza e gloria e radunerร  i suoi eletti dai quattro ventiยป.

๐—œ๐—น ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐˜€๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—š๐—ฒ๐˜€๐˜‚ฬ€ ๐—ฒฬ€ ๐—ผ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฎ๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฎ๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ผ๐—บ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ di un discepolo, che resta ammirato davanti alla meraviglia del Tempio di Gerusalemme (cfr Mc 13,1). Gesรน risponde che di quella meraviglia non rimarrร  pietra su pietra, tutto sarร  distrutto. La fine di Gerusalemme diventa cosรฌ la profezia della fine del mondo. I profeti ne avevano annunciato gli eventi catastrofici: il libro di Daniele (12,1-3) li ricorda. Ma profetizza pure la resurrezione: ยซalcuni si sveglieranno per la vita eterna e gli altri alla vergogna e per lโ€™infamia eternaยป. E i giusti risplenderanno come le stelle, per sempre.

๐—œ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—บ๐—ถ ๐—ฐ๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ถ ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฒ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐˜ƒ๐—ถ๐˜€๐˜€๐˜‚๐˜๐—ผ ๐—ป๐—ฒ๐—น ๐Ÿณ๐Ÿฌ ๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฟ๐˜‚๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ di Gerusalemme: la cittร  era stata completamente rasa al suolo e si pensava che ormai la fine del mondo fosse vicina. Avevano vissuto ยซla grande tribolazioneยป. Ma prima avevano anche visto oscurarsi il sole. Lร  sul Calvario, quando Gesรน muore sulla croce, il sole si รจ oscurato, e il vecchio mondo รจ finito: il mondo del peccato e del male, il mondo dellโ€™ingiustizia, delle paure e dellโ€™angoscia. Lรฌ il Signore si รจ fatto ยซpeccatoยป e ยซmaledizioneยป per noi. Morendo da maledetto, Gesรน si รจ identificato con lโ€™ultimo degli uomini, anche col piรน grande peccatore. La croce diventa cosรฌ la chiave di lettura della storia, non solo di quella dei cristiani, ma di tutta lโ€™umanitร . Perchรฉ la croce รจ salvezza, rivela il cuore di Dio, fa risplendere ยซla gloria di Dio e la sua potenzaยป, che รจ misericordia e perdono.

ยซ๐—š๐˜‚๐—ฎ๐—ฟ๐—ฑ๐—ฎ๐˜๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฏ๐—ผ๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ผยป ๐—ฑ๐—ถ๐—ฐ๐—ฒ ๐—ถ๐—น ๐—ฆ๐—ถ๐—ด๐—ป๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ: รจ un albero che dร  frutto quasi tutti i mesi dellโ€™anno. In primavera il fico fa i fiori โ€“ che sono i primi frutti, i ยซfioroniยป โ€“, poi aumenta le foglie e continua dare frutti fino allโ€™autunno inoltrato. Sulla pianta cโ€™รจ sempre un fico da gustare. Gesรน ha maledetto il fico che non aveva frutto (cfr Mc 11,14). Vuol dire che in qualunque stagione il cristiano รจ chiamato a dare frutto, a essere a servizio del prossimo e a vivere in comunione con Dio.

๐—ค๐˜‚๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ผ ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฑ๐—ฟ๐—ฒ๐˜๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ฒ sappiate che il compimento รจ vicino. Gesรน ci insegna a guardare la storia, a scrutare dove รจ la vita e il modo per prepararci bene alla fine. Una fine di cui non si conoscono il giorno e lโ€™ora: solo il Padre che รจ nei cieli li sa.

๐—œ ๐—ป๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ถ ๐—ด๐—ฒ๐—ป๐—ถ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ถ ๐—ฐ๐—ถ ๐—ต๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ ๐—ถ๐—ป๐˜€๐—ฒ๐—ด๐—ป๐—ฎ๐˜๐—ผ che il modo migliore per prepararci allโ€™incontro con il Signore รจ vivere bene ogni giorno, saper cogliere il bene nella vita del fratello. La fine diventa in tal modo anche il fine della vita, di ogni vita. ยซIl cielo e la terra passeranno, ma queste mie parole non passeranno!ยป.

(p. Giancarlo Pani S.I, scrittore e emerito de "La Civiltร  Cattolica")

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