"Abitare la possibilità". Parole per questo tempo e per costruire il futuro

"Abitare la possibilità". Parole per questo tempo e per costruire il futuro

NARRARE SANA

Il titolo "Storie dal decamerone. Una guerra" - di Michele Santeramo, interpretato dall’intensa voce dell’eclettica attrice Anna Foglietta e accompagnata dalle note del violoncello di Francesco Mariozzi - richiama l’atmosfera di questi giorni.

Nel 1348 si scappa dalla peste - lo testimonia il "Decameron" di Boccaccio - per salvarsi e per guarire. Ancora oggi le storie narrate possono sanare: una donna in fuga attraversa il mar Mediterraneo compiendo una scelta, lacerante e inumana, in quanto troppo gravosa da essere caricata sulle sue gracili braccia.

«Se vuoi salvare qualcuno, comincia da te» è la frase che torna più volte nel testo, espressione del limite umano.

I protagonisti del viaggio: una barca ormai stanca di navigare, «di legno non trattato» che trasporta migranti. Poi, il mare «si fa un gran parlare, il mare ha fatto, il mare ha detto, hai visto come il mare ha distrutto?». Infine, l’umanità, ferita, reietta, rappresentata da un gruppo di naufraghi che si aggrappano dove si può.

Tra loro, la donna galleggia tra le onde: «Reggo sotto un braccio il mio figlio maggiore, reggo sotto l’altro braccio il mio figlio minore. Ci sono io che reggo due figli aggrappata al legno di una barca rotta nel mezzo del mare». Da qui la scelta che deve affrontare: «Io non riesco più a tenermi, io non riesco più a tenervi… non voglio uccidere nessuno ma posso salvare soltanto uno di voi... moriremmo tutti se ti vi tenessi».

Le scelte per la vita o per la morte non sono relegate solamente a chi arriva da lontano: in questo tempo ci si accorge che con i propri comportamenti, con il proprio stile di vita, si risponde a questa domanda esistenziale. Cosa significa salvarsi? È solamente un atto che riguarda se stessi? La donna, nel suo viaggio, salverà e perderà. Non solo. Camminerà fino a quando questa perdita non sarà sanata attraverso un’altra storia di vita e di morte.

(Claudio Zonta S.I., in "Abitare nella possibilità" - https://mailchi.mp/laciviltacattolica.it/anp1)

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