La strada della fratellanza

Si celebrano in questi giorni di pandemia i 40 anni dal martirio di Santo Oscar Romero, nello stesso anno in cui si celebrano i 40 anni di fondazione, ad opera di padre Arrupe, del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati.

Non è solo una coincidenza fortuita. Romero lottò contro l’ingiustizia perché il suo popolo non fosse solo massa, ma un popolo di fratelli.

Pedro Arrupe raccolse il grido di un'umanità fragile, in fuga, perché alla domanda «Dov’è tuo fratello?», ognuno di noi potesse rispondere:
«Mio fratello è qui, è nei nostri pensieri, è nei nostri cuori, è qui in casa nostra perché la nostra casa, il nostro Paese ha una porta aperta, non ha muri di divisione».

Il fatto che questi anniversari cadano in questo terribile frangente di pandemia da COVID-19 deve suscitare in ciascuno di noi una riflessione profonda.

La strada della fratellanza, del sentirsi sempre più vicini non solo nel momento del dolore e dell'emergenza, ma anche nella vita di tutti i giorni, è l'unica via possibile per costruire un mondo più giusto, per una convivenza pacifica, per abitare insieme questa casa comune che è la terra.

Allora facciamo nostro l'invito di Santo Oscar Romero:
«Fratelli! Sì, lo siamo davvero, fratelli!
Lavoriamo per costruire un amore e una pace - ma non una pace e un amore superficiale, di sentimenti, di apparenza -, un amore e una pace che ha le sue radici profonde nella giustizia.
Senza giustizia non c'è vero amore, senza giustizia non c'è vera pace».
(Messa funebre per Raúl Molina Cañas, il 14-11-1977)

Camillo Ripamonti sj

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