Leadership e poetica della riconciliazione | La Civiltà Cattolica

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LEADERSHIP E POETICA DELLA RICONCILIAZIONE

Nei conflitti, finché le parti contrapposte resteranno prigioniere delle proprie narrazioni, nelle quali spesso l’altro viene descritto come il nemico e l’usurpatore del bene comune, i tentativi di riconciliazione saranno destinati a fallire.

Questo particolare processo "poetico", di ricostruzione delle narrazioni, richiede uno specifico stile di leadership, chiamato «leadership di servizio».

Leggi l'abstract dell'articolo di Wilfred Sumani S.I. (*)

(*) Di recente in Africa – pensiamo agli sviluppi in Sud Sudan, al Kenya, al conflitto tra Etiopia ed Eritrea – e in altre parti del mondo (ad esempio, tra le due Coree) si è levato un nuovo vento di riconciliazione. Ma l’ottimismo suscitato da questi passi verso la riconcilia­zione è offuscato dalla concreta possibilità che tali accordi di pace possano crollare sotto il peso di «narrazioni inconciliabili», che potrebbero riportare le varie comunità allo status quo.

Perché l’articolo è importante?

La tesi di fondo dell’articolo è che il successo o il fallimento di un accordo di pace non dipendono in primo luogo dalle capacità negoziali dei mediatori o dalla comple­tezza delle clausole che compongono l’accordo; piuttosto, sono condizionati da una trasformazio­ne della narrazione ideologica, nella quale spesso l’altro viene descritto come il nemico e l’usurpatore del bene comu­ne.

Cosa serve dunque? Nella sua esortazione ai corinzi sul ministero della riconcilia­zione (cfr 2 Cor 5,16-20), Paolo descrive la riconciliazione come un’impresa poetica. La riconciliazione richiede la disponibilità a vedere l’altro at­traverso lenti nuove. Da un punto di vista cristiano, questo cammino può essere scandito in cinque fasi – memoria, lamento, speranza, pa­trocinio e intimità – che l’articolo descrive nel dettaglio.

Poi l’articolo, propone alcune immagini bibliche della poetica di riconciliazione, dall’incontro tra il figliol prodigo e il padre nel momento del ritorno del figlio (cfr Lc 15,11-31) alla storia dell’incontro di Giuseppe con i suoi fratelli in Egitto (cfr Gen 50,15-21).

Infine, l’articolo suggerisce che questo genere di processo richiede uno specifico stile di leadership, chiamato «leadership di servizio». Tra le qualità del «leader servo» spiccano l’ascolto empatico, la capacità di risanare, la persuasione, l’ammini­strazione e la costruzione della comunità.

Quali sono le domande che l’articolo affronta?

Cosa serve per una riconciliazione autentica e duratura tra parti in conflitto?
Perché la riconciliazione fallisce se è intesa come «strategia» e non come «spiritualità»?

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