Uzbekistan | La Civiltà Cattolica

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Il contesto dell’articolo.

Nel cuore dell’Asia centrale ex sovietica si trova l’Uzbekistan, in cui si mescolano due culture: quella turca e quella iraniana. Oggi, dopo la morte del primo presidente Islam Karimov, si assiste a un cambiamento nella politica del Paese.

Perché l’articolo è importante?

Prima di tutto l’articolo ci presenta in breve la storia dell’Uzbekistan, passando ovviamente per l’importante «parentesi» sovietica. Sebbene il popolo chiamato «uzbeko» occupi il territorio del moderno Uzbekistan solo dal XVI secolo, il Paese può vantare mi­gliaia di anni di storia. Per l’Uzbekistan moderno il crollo dell’Unione Sovietica – l’indipendenza è stata proclamata nel settembre del 1991 – è stato l’evento più importante che ha segnato la Repubblica attuale. Islam Karimov, già primo se­gretario del Partito comunista dell’Uzbekistan, è diventato il primo presidente del Paese e lo è stato fino al 2016.

Poi l’articolo si sofferma sulla peculiare presenza dell’islam. A differenza dei kazaki, loro vicini settentrionali e parenti etni­ci, gli uzbeki sono stati molto più fortemente e profondamente isla­mizzati sin dal VII secolo: un’identità religiosa marcata ed eccezionalmente preservata anche durante il periodo so­vietico, ma sottoposta a un forte influsso liberale.

In questo contesto, l’articolo descrive anche la storia e la situazione della chiesa cattolica, nata originariamente dall’opera missionaria della Chiesa d’Oriente (Chiesa nestoriana).

Infine, l’articolo analizza l’attualità di un Paese chiave per l’intera regione dell’Asia centrale, economicamente ambizioso e socialmente pieno di tensioni. Dopo la morte del presidente Karimov, molto è cambiato nella politica uzbeka. Il tratto distintivo della politica estera ora è il ten­tativo di bilanciare gli interessi delle maggiori potenze attive nella regione (Cina, Stati Uniti e Russia).

Quali sono le domande che l’articolo affronta?

Quale è il peso e il ruolo politico dell’Uzbekistan nel delicato quadrante dell’Asia centrale?

Il Paese riuscirà ad affrontare le sfide dell’i­slamizzazione e della riforma delle strutture di potere che alimentano la corruzione?

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