Il Papa contro gli stronzi, ecco perché non possiamo non dirci bergogliani

Il Papa contro gli stronzi, ecco perché non possiamo non dirci bergogliani

Il Papa contro gli stronzi, ecco perché non possiamo non dirci bergogliani.

Formidabile discorso di Francesco ai penalisti in difesa del garantismo e della convivenza civile, entrambi sotto attacco di populisti e giustizialisti

Linkiesta.it: 16 novembre 2019 di Christian Rocca

Niente paura, non affronterò alcuna questione teologica (non ne sono capace) e nemmeno di sedevacantismo (mi scappa da ridere), ma ciò che ha detto Papa Francesco ieri ai partecipanti al XX Congresso dell’Associazione internazionale di diritto penale, insomma agli avvocati penalisti, sono parole formidabili da leader globale contro il populismo e difensore delle garanzie civili dei cittadini.

Mentre Salvini girava l’Emilia Romagna, Zingaretti era a Bologna e Renzi radunava i suoi a Torino, Papa Bergoglio ha detto: «Vi confesso che quando sento qualche discorso di qualche responsabile del governo mi vengono in mente i discorsi di Hitler nel ’34 e nel ’36» e che «le persecuzioni contro gli ebrei, gli zingari, le persone di orientamento omosessuale, rappresentano il modello negativo per eccellenza di cultura dello scarto e dell’odio».

Non so se il Papa volesse riferirsi al cuore immacolato di Salvini o agli antisemiti di stampo grillino, o a entrambi, ma di certo il Pontefice non ha fatto una banale denuncia dei nazisti dell’Illinois, ma ha fatto riferimento preciso a «qualche discorso di qualche rappresentante di governo».

Allo stesso modo, è improbabile che Papa Francesco avvertisse il Pd quando ha detto che «occorre vigilare, sia nell’ambito civile sia in quello ecclesiale, per evitare ogni possibile compromesso, che si presuppone involontario, con queste degenerazioni», ma in ogni caso è andato vicinissimo a descrivere l’appiattimento del partito, si presume involontario, sulla degenerazione democratica made in Casaleggio.

E non si riferiva né alla Bestia di Luca Morisi né alla Casaleggio Associati quando ha sottolineato come «periodicamente si faccia ricorso a imputazioni false contro dirigenti politici, avanzate di concerto da mezzi di comunicazione, avversari e organi giudiziari colonizzati. In questo modo, con gli strumenti propri del lawfare, si strumentalizza la lotta, sempre necessaria, contro la corruzione col fine di combattere governi non graditi, ridurre i diritti sociali e promuovere un sentimento di antipolitica del quale beneficiano coloro che aspirano a esercitare un potere autoritario». Certo che non si riferiva a loro.

Eppure. Parlando con i penalisti, il Papa ha anche condannato «l’uso arbitrario della carcerazione preventiva» spiegando che «purtroppo la situazione si è aggravata in diverse nazioni e regioni dove il numero di detenuti senza condanna già supera ampiamente il cinquanta per cento della popolazione carceraria. Questo fenomeno contribuisce al deteriorarsi delle condizioni di detenzione ed è causa di un uso illecito delle forze di polizia e militari per questi fini».

A tutti quanti, quindi anche ai devoti di Padre Pio, di San Gennaro e del cuore immacolato di Maria, Francesco ha raccontato che «la reclusione preventiva, quando è imposta senza che si verifichino le circostanze eccezionali o per un periodo eccessivo, lede il principio per cui ogni imputato dev’essere trattato come innocente fino a che una condanna definitiva stabilisca la sua colpevolezza».

Perfetto. Poi, Francesco ha anche criticato gli eccessi del capitalismo che non si cura dell’ambiente, come da enciclica del 2015. Ma, davvero, laudato sia Papa Bergoglio.

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