Centro Astalli - JRS - Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia

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Per districare il bandolo della matassa del fenomeno migratorio ancora una volta abbiamo iniziato dalla parte sbagliata, adottando come soluzioni i rimpatri e l’individuazione di una lista di Paesi sicuri.

Negli ultimi tempi non sono mancati decreti in materia di immigrazione e asilo che purtroppo non stanno aiutando ad affrontare in modo organico e costruttivo il fenomeno.

Sbagliamo ad anteporre sempre il nostro punto di vista invece di chiederci con onestà e coraggio come rendere più giusto il mondo, come rendere giustizia alle persone che scappano o partono dai tanti Paesi colpiti da guerre, effetti climatici devastanti e grandi disuguaglianze, conseguenze delle nostre politiche economiche.

Con il primo decreto sicurezza, puntando sull’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, non abbiamo risolto il problema di chi arriva nel nostro Paese irregolarmente. Forse pensavamo di dissuadere chi parte, invece abbiamo contribuito a rendere la vita di chi arriva o è già arrivato da tempo più complicata, più articolate le procedure e non omogenea la gestione.

Con il secondo decreto sicurezza, colpendo le Ong, non abbiamo risolto la questione del traffico irregolare di persone ma abbiamo solo reso più pericolosi i viaggi che i migranti intraprendono, riducendo o prolungando le procedure di ricerca e salvataggio in mare.

E ora mettendo mano alla lista dei Paesi sicuri (certamente già stilata da altri prima di noi - anche se in questo non eravamo in ritardo ma eravamo solo guidati da un senso vero del rispetto dei diritti umani) e ai rimpatri, ancora una volta, affrontiamo la questione da una prospettiva non solo sbagliata ma poco lungimirante. Occorre il coraggio di fare scelte costruttive e creare leggi organiche innovative anche per quel che riguarda la gestione del fenomeno migratorio. Oggi sembra che l’unico coraggio che dimostrano molti esponenti della classe politica sia quello di sfidare gli avversari nei talk show o dai palchi di raduni o attraverso i social media, più che quello di raccogliere le sfide del nostro tempo. E quella delle migrazioni è una sfida importante (certo non l’unica).

Diceva recentemente, in occasione di un incontro informale dei Capi di Stato ad Atene, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «…Il fenomeno va affrontato per governarlo, perché se non viene governato diventerà una condizione che travolgerà qualunque equilibrio nel nostro continente». Per governarlo ci vuole competenza e coraggio: una competenza che non si nutre di retorica e propaganda e un coraggio che metta al primo posto il bene e il diritto di ogni persona.

Camillo Ripamonti S.J.

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