Brasile
Far fiorire l’umanità in Amazzonia
Scopo del progetto è, da un lato, sviluppare in modo strutturato la formazione socio-educativa dei bambini, delle famiglie e delle comunità di appartenenza per rafforzare i legami familiari e comunitari, promuovere la partecipazione attiva, l’autostima, la convivenza e l’autonomia delle comunità di base; dall’altro, promuovere la formazione permanente dei volontari del Centro Alternativo di Cultura (CAC) per incoraggiare una visione critica della realtà e un servizio autentico a favore delle comunità di appartenenza.
Sostenere il Centro Alternativo di Cultura (CAC) fondato nel 1991 dai padri gesuiti a Belém attraverso la promozione di processi educativi umanizzanti, di trasformazione e partecipativi impegnati nella difesa dei diritti umani, nella giustizia socio-ambientale e nella valorizzazione dell’identità e della cultura della popolazione in Amazzonia.
Diverse le attività che il Magis supporta:
Formazione socioculturale dei ragazzi e adolescenti attraverso laboratori musicali;
Accompagnamento socio educativo delle famiglie;
Formazione permanente dei volontari/leader di comunità.
Contesto
Profonde sono le problematiche sociali, economiche ed ambientali della Regione Amazzonica.
La crescita della produzione industriale negli ultimi anni e l’aumento dei prezzi dei principali minerali sui mercati internazionali hanno provocato una corsa delle multinazionali per accaparrarsi le riserve minerarie brasiliane. In Amazzonia, l’estrazione avviene in forma predatoria e non sostenibile, cacciando le popolazioni tradizionali e distruggendo l’ambiente. Le comunità locali (urbane e rurali) vengono destrutturate economicamente e culturalmente provocando migrazioni e degrado sociale. In tale processo le popolazioni locali non hanno la minima possibilità di discutere sulla fattibilità, necessità e conseguenze dell’attività estrattiva. Le popolazioni indigene oggi sono sempre più schiacciate ed emarginate, tendono a nascondere le loro origini e un enorme patrimonio culturale rischia di scomparire e con esso la loro identità.
Belém, grande centro del Brasile del Nord-Est, è oggi una delle città più violente del Brasile, i casi di omicidio sono frequenti e i più esposti sono i neri, i poveri, i senza tetto, i migranti che arrivano principalmente dal Venezuela e i bambini.
In questo scenario, i gesuiti hanno dato vita al Centro Alternativo di Cultura CAC. Il Centro ritiene urgente puntare all’empowerment delle comunità di base promuovendone il pensiero critico, contribuendo a diffondere la cultura della pace, dell’ecologia integrale, della corresponsabilità delle proprie azioni, promuovendo la sensibilità per le tematiche di giustizia socio-ambientale e del buen vivir nello stile della spiritualità e pedagogia ignaziana. Il CAC si propone soprattutto come ponte tra le comunità e le spinge a fare rete con le altre realtà presenti sul territorio.
Destinatari
Il Centro Alternativo di Cultura (CAC) coinvolge nelle sue iniziative: 300 bambini e adolescenti, 75 volontari (50 adulti e 20 giovani), 140 famiglie in 9 comunità nelle periferie più povere e degradate.
Contributo
Donatori privati
Partner locali
Centro Alternativo di Cultura
Nel 1991, a Belém, grande centro del Nord-Est del Brasile, i gesuiti hanno dato vita al Centro Alternativo di Cultura (CAC), un’organizzazione che si propone, partendo dalla spiritualità e dalla pedagogia ignaziana, di offrire sostegno scolastico, formazione continua, ascolto e orientamento famigliare
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