Nuove foto aggiunte

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Intervento del P. Arturo Sosa, Superiore Generale della Compagnia di Gesù

all’inaugurazione del Centro Matteo Ricci,
presso il Centro Astalli.

Roma - 4 febbraio 2019

Grazie per l’invito ad essere qui oggi insieme a tutti voi, per condividere la gioia di un nuovo percorso che inizia in questo luogo dove così fortemente sono vive la memoria e l’eredità del Padre Pedro Arrupe, morto il 5 febbraio 1991, il cui processo di beatificazione si apre ufficialmente domani, esattamente 5 febbraio.

Noi ricordiamo come Padre Arrupe chiese la grazia di comprendere, in tempi di profonda trasformazione per il mondo e per la Chiesa, che cosa la nostra missione di gesuiti davvero significhi in relazione alle sfide del nostro tempo. Alcune di esse, che ancora oggi ci interpellano per la loro urgenza, le ha indicate lui stesso: il servizio della fede contro ogni ingiustizia nel mondo, la risposta creativa e concreta alla sofferenza dei rifugiati, il dialogo interreligioso e l’inculturazione.

Davanti ai conflitti etnico-religioso-politici che infiammano varie parti del mondo, non ultimo il mio Paese, il Venezuela, davanti alle ingiustizie e disuguaglianze vissute da milioni di nostri fratelli e di nostre sorelle, al degrado ambientale strettamente connesso alla povertà, all’esclusione sociale e all’emarginazione, di fronte alle migrazioni forzate, alla violenza del fondamentalismo e dell’intolleranza, sentiamo la responsabilità di costruire, anche in obbedienza alla nostra ultima Congregazione Generale, un futuro di
pace attraverso la via della riconciliazione. In un mondo che moltiplica i muri,pazientemente e ostinatamente vogliamo continuare a costruire ponti, attraverso gesti concreti di promozione della dignità, di umanità e di ospitalità. Dai rifugiati, in un mondo pieno di paura e di rabbia, possiamo imparare il coraggio di ricominciare con fiducia e speranza.

Nella missione e nello stile del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati si ritrova la realizzazione dell’invito di Pedro Arrupe ad essere, nei contesti più diversi, “uomini e donne per gli altri”. La parola chiave della missione del JRS, “accompagnare”, richiama al rispetto profondo che lui stesso riservava a ciascuna persona come compagna di cammino e nell’accompagnarsi a vicenda, come affermava anche Matteo Ricci, si ottengono risultati insperati, come le due ali di un uccello che gli permettono di librarsi in volo.

Il mio augurio è che questo Centro sia uno dei luoghi in cui sperimentare fin da oggi la profonda bellezza del nostro futuro comune. La stragrande maggioranza dei migranti e dei rifugiati sono giovani. Come adulti è nostra responsabilità ascoltarli, accompagnarli, assicurarci che siano messi in condizione di dare il loro contributo a una società insieme unita e aperta. È parte del nostro impegno fare del nostro meglio perché essi siano educati ad essere cittadini universali in questo mondo plurale e multiculturale.

Concludo richiamando ancora alcune parole profetiche di Padre Arrupe: «Con i soli lamenti, le accuse, la denuncia di ciò che gli altri non fanno non si crea il nuovo ordine sociale di cui l’Europa ha bisogno.

Occorre portare elementi positivi, costruttivi» (Roma, 1972). Incoraggio la Provincia Euro - Mediterranea
dei Gesuiti, che nel suo nome porta già la missione di coesione e unità tra il continente Europa e quel mare
Mediterraneo che è culla di molte civiltà, a continuare su questa strada dell’incontro tra persone di diverse culture e religioni attraverso il servizio dei più fragili e dei più vulnerabili.

Grazie tante,

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