ABSTRACT – Il tema della povertà è endemico e, considerando grandezze soprattutto relative, è un fenomeno inevitabilmente evolutivo, i cui riferimenti cioè cambiano continuamente.
Si tratta poi di un fenomeno per definizione negativo, la cui stessa esistenza costituisce un atto di accusa nei confronti di ogni società e di ogni governo che non riesca a eliminarlo o almeno a contenerlo. Per questo si tende a dimenticarlo.
La nostra rivista se ne è perciò più volte occupata, per ricordarne l’esistenza e per mostrarne le dinamiche. In questo articolo facciamo riferimento in particolare al Rapporto Caritas 2018, redatto a più voci. Esso è diviso in due parti: la prima è costituita dal «XVII Rapporto sulla povertà», e la seconda dal «V Rapporto sulle politiche di contrasto alla povertà»; due parti ora unificate per mostrarne chiaramente l’interdipendenza.
Gran parte del materiale raccolto nel volume proviene dai dati ufficiali Istat o di altri enti, ma molte delle informazioni provengono dai 1.982 (il 58,9% del totale) Centri di ascolto delle Caritas collocati in 185 diocesi, che corrispondono all’84,8% delle Caritas diocesane italiane.
Le persone incontrate dalla rete Caritas nel 2017 sono state 197.332. Di queste, il 42,2% sono italiane, mentre il 57,8% sono straniere. Al di là degli aridi numeri delle statistiche, il Rapporto presenta molte storie personali e familiari, riferite nei colloqui e che illustrano molto meglio la dimensione umana dei problemi con i quali gli operatori Caritas vengono a contatto.
Durante la crisi economica la povertà è aumentata del 182%. Attualmente la situazione sta migliorando, ma molto lentamente.
La novità è che i poveri oggi sono i giovani. Il Rapporto si sofferma in particolare sulla «povertà educativa», evidenziando come le carenze educative e scolastiche (legate di solito al basso reddito delle famiglie) incidano sostanzialmente sul livello di vita e sul futuro di quanti ne sono vittime, facendone dei poveri quasi ereditari.
La seconda metà del Rapporto è dedicata a un aspetto della lotta contro la povertà in Italia, e cioè l’istituzione del Reddito di Inclusione (Rei) da parte del Governo precedente.
Il Rapporto dà un giudizio positivo sul Rei e sulle idee che lo ispirano, ed esprime l’auspicio che esso venga migliorato e rafforzato nel suo impianto essenziale, per non ricominciare sulla base di linee troppo diverse e ancora da inventare e impostare. Lo stesso Reddito di cittadinanza, di cui attualmente si parla, potrebbe avvalersi dell’esperienza del Rei per concretizzare con maggiore incisività l’indispensabile lotta contro la povertà.
Quaderno 4043, pag. 463 - 470, Anno 2018, Volume IV
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