Nuove foto aggiunte

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Questo brevissimo libro era l’ultima copia in possesso di P. Mario PESCE S.J., fondatore del “Gruppo India” www.gruppoindia.it.
Ci è stato affidato perché sia diffuso.

LA COSA PIU' GRANDE DEL MONDO
( Enrico Drummond )
“Riflessioni
.. dedicate ai "giovani di ogni stagione",
.. perché il mondo migliore che tanto auspichiamo è a portata di mano:
dipende anche dal nostro impegno.
.. per questo .. anche .. la RIFLESSIONE proposta in APPENDICE (*)”

L'intero testo scannerizzato è accessibile dal link :
docs.google.com/document/d/1aU…t?usp=drive_web

(*)
APPENDICE

Riflettiamo insieme oggi

L'amore al Vangelo e la passione di testimoniarlo da parte del Drummond speriamo non abbia dato ad alcuni la sensazione di una esagerata nostalgia del passato e ad altri una visione solo negativa del presente per la distanza che ancora ci separa dal praticare la vera Carità evangelica.

Col trascorrere del tempo muta il linguaggio umano, ma i princìpi che sorreggono la nostra fede restano intatti; ora - come nel 1887, o venti secoli fa – Dio è sempre lo stesso ... Né possiamo essere stanchi del cristianesimo, perché, in verità, finora non l'abbiamo praticato abbastanza... tanto che sarebbe giusto e opportuno “ripristinare” in noi, al loro posto d'onore, alcuni valori del passato.

TESTIMONIANZA

"Il dovere di ogni cristiano dovrebbe essere quello di testimoniare al mondo che una vita ispirata alla fede e alle norme divine della morale è una vita piena, felice e feconda, una perenne giovinezza dello spirito; testimoniare che il cristiano non crede per abitudine o per paura, ma per un liberissimo atto di intelligenza e di volontà; testimoniare che lo sforzo per vincere il male dentro e fuori di noi non è rinuncia alla vita, ma recupero di una dignità e di una pienezza senza le quali non vale la pena vivere; testimoniare inoltre che il progresso nella vita morale e spirituale è fondamento necessario della piena promozione umana".

Questa dovrebbe essere la vera “rivoluzione” da compiere in ognuno di noi!
Prendiamo atto dalle parole del Papa che siamo ormai in un mondo da rievangelizzare, e cerchiamo prima di tutto di fare chiarezza in noi stessi.

AMORE

Aggrappiamoci forte alla Verità dell'Amore, che molti - ancora oggi - ci sanno testimoniare in nome di Gesù Cristo. Restiamo saldi in essa per praticare la Carità con semplicità e dedizione, come ci suggerisce Madre Teresa di Calcutta:

"Non Permettete mai che qualcuno venga a voi senza che se ne vada via
migliore e più contento.
Siate l'espressione della bontà di Dio; bontà nei vostri volti, bontà nei vostri occhi, bontà nel vostro sorriso bontà nel vostro cordiale saluto.
Ai bambini, ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono abbandonati, date sempre un gioioso sorriso.
Date a loro non solo le vostre cure, ma anche il vostro cuore”.
E’ un insegnamento di Amore che sintetizza tutta la sostanza del messaggio evangelico, che ognuno di noi dovrebbe portare con gioia nella società.

GIOIA

Diceva Paolo VI: “Il cristianesimo non è facile, ma felice...
Chi più di noi cristiani è candidato a godere la felicità della pienezza, la felicità
della vita divina, la felicità del conoscere la verità?... La Chiesa colloquiando coi giovani dovrebbe dire loro: io ho la verità, io ho quello che ti manca e quello che aspetti, io ho la formula per interpretare la vita, io ti do la bellezza, io ti do la gioia, la forza, moltiplico le tue ricchezze, le tue facoltà, io ti metto nella vita reale, ti metto nel centro della grande ipotesi della esistenza umana".
Per questo dovremmo sentire la necessità di esercitare la prima, più grande ed essenziale
forma di carità, che è innanzitutto quella di donare agli altri con gioia la Verità.

ANNUNCIO

Solo quando noi saremo al servizio della Verità, potremo portare con efficacia il Vangelo
ai nostri fratelli.
Faremo conoscere il Vangelo se noi stessi ne saremo irradiati; lo faremo amare se noi ne saremo innamorati.

Noi dobbiamo essere il Vangelo vivente per testimoniare agli altri il trionfo della verità che
deve raggiungere tutti, affinché tutti spalanchino le porte a Cristo, che solo ha parole di vita eterna".
Il dono del Vangelo è la più alta Carità che si possa fare all'uomo tormentato dalla fame di giustizia, assetato di libertà, ma che vive ancora schiavo di ideologie e chimere che sono la negazione della verità, della quale egli avverte un bisogno sempre più vivo e insaziato.

VERITA’

Per riportare pace e serenità nelle famiglie e nel travagliato mondo moderno, dovremmo
tornare ad essere tutti al servizio del Vangelo per vivere con la generosità che è propria dei
veri discepoli di Cristo e per fare attorno a noi 'la Carità della Verità'.

Il che significa anche offrire nutrimento spirituale e novità di pensiero a coloro che, incerti e smarriti, si sono rifugiati nell'utopia di tutte le libertà - compresa quella delle droghe - non
curanti delle amare e tragiche conseguenze.

AUTOCRITICA

Il bagaglio necessario ad ognuno di noi per intraprendere un nuovo cammino dovrebbe
essere quello di riconoscere le proprie inadempienze e cercare di porvi rimedio, senza
attendere che siano gli altri a fare il primo passo.
Lamentava già Paolo VI: "Nelle democrazie libere il ripudio del cristianesimo fa storia
e il suo rigetto viene consumato come forma di cultura, come conquista di civiltà...
Al credo della Chiesa cattolica, stampa, radio, televisione, cinema, teatro, contrappon-
gono e divulgano nelle case, nelle scuole, sulle piazze e nei cortei il catechismo
dell'incredulità. Del disprezzo, del ridicolo.
Viviamo in una società ridondante di' benessere materiale, soddisfatta e gaudente, ma
priva di ideali superiori che danno senso e valore alla vita”.
In questo clima di pressanti condizionamenti, non c'è da allarmarsi se a volte si incontrano alcuni pastori che sembrano essere più smarriti delle pecore che governano; non creiamoci falsi alibi per la pagliuzza che vediamo nell'occhio loro e preoccupiamoci piuttosto di togliere il trave che è nel nostro, dopodiché vedremo l'opera di tanti santi sacerdoti impegnati a orientarci nella sempre più difficile scelta fra Dio e mammona.

Papa Paolo VI aveva ben presenti certe sconcertanti realtà del nostro tempo, dalle quali non sono immuni neppure membri della Chiesa, ai quali si rivolse con le parole del Salmo 'Se mi avesse insultato un nemico l'avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto; ma sei tu, mio compagno e confidente'. E in un suo discorso fece proprio l'ammonimento di S. Basilio ai ricchi:
“Il pane che a voi sopravanza è il pane dell'affamato. La tunica appesa al vostro armadio è la tunica di colui che è nudo. Le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo. Il denaro che voi tenete nascosto è il denaro del povero.
Le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi commettete”.
Ce n'è per tutti noi, laici e non; tanto più per alcune Congregazioni e Ordini religiosi che vivono in faraonici edifici che sono una manifesta offesa alla povertà evangelica.

Scriveva Raoul Follereau: 'Il denaro dei poveri, per i poveri, deve essere ricevuto con rispetto: oserei dire con timore. Timore di non essere degni dei sacrifici che rappresenta. In questo caso lo sciupio sarebbe un furto”.

Non meno severo è l'ammonimento di don Primo Mazzolari, che nel suo diario annotava: "Vi sono momenti nella Chiesa in cui la ribellione pare la cosa più naturale. Guai se la fede non ci dicesse che l'uomo è l'uomo e che il divino sfugge alle deturpazioni nostre...
Gesù ai suoi apostoli non ha detto di fabbricare chiese ed innalzare torri, ma di insegnare il suo Vangelo, di amare come il suo Vangelo insegna.
Ricordiamo che non per noi ma per il popolo siamo mandati, e se il popolo ha bisogno di noi, il suo bisogno costituisce per noi non un privilegio ma un dovere, che si soddisfa non rimanendo intronati come piccoli dei nel nostro olimpo più o meno ieratico, ma camminando come il Buon Pastore, alla ricerca della pecorella sviata”.
Grazie a Dio nella Chiesa i veri evangelizzatori saranno sempre in maggioranza ma non dobbiamo dimenticare che incombe su tutti noi, giovani e adulti, sani o malati, ricchi o poveri, l'impegno di recuperare i valori dello spirito a guida e stimolo di tutte le nostre azioni materiali.

PERMISSIVTA’

E' proprio questa la prova che non dobbiamo fallire, per la quale Paolo VI ci invitava a non vivere nelle tenebre, perché, quando si oscura la differenza tra il bene e il male, "allora la permissività appare come una liberazione dalle norme severe e sapienti di Dio... il criterio della vita diventa fatalmente il piacere, la comodità, l'egoismo, la passione, l'istinto, ed il livello della dignità personale fin dove discende?
L'uomo allora fa centro su sé stesso nella estimazione dei valori della vita: egli si fa primo, egli si fa unico.

La sua arte di vivere consiste nel pensare a sé stesso e nel sottomettere gli altri.
Tutti i grandi disordini sociali e politici hanno nell'egoismo e nell'orgoglio il loro bacino di cultura...
Si parla tanto di coscienza, come somma ed unica norma della propria condotta; ma se la coscienza ha perduto la sua luce morale, cioè la sua sensibilità del vero bene e del vero male (sensibilità che non può essere avulsa dal riferimento religioso), dove ci può condurre?
Basterà il codice penale a rendere buoni, onesti e giusti gli uomini e basterà la correttezza legale?"

L'unica risorsa è di tornare a vivere con rettitudine, cercando di offrire ogni giorno a Dio e ai fratelli il meglio di noi stessi per non dover lasciare ai nostri figli l'eredità di un mondo "invivibile" perché degenerato.

REALTA’

Senza mettere la testa nella sabbia, dobbiamo riconoscere che la più dannosa fra le tante droghe moderne sembra essere oggi l'indifferenza al peccato, inculcataci dalle varie demagogie politiche e culturali, sempre pronte a mutare strumentalmente e per interessi "di bottega" - i confini del bene e del male. Accade allora che all'uomo viene a mancare un punto certo di riferimento col quale poter misurare ogni giorno la propria identità ed umanità. Egli, lontano da Dio, si ritrova squilibrato, incapace cioè di raggiungere da solo una certezza morale, sentimentale, critica, sociale.
Alcuni sono arrivati al punto di credere che, se un male è commesso o accettato dalla collettività, non vi sia nessuna difficoltà ad acclamarlo o ad accoglierlo come fosse un vero bene, col quale poter convivere con disinvolta spregiudicatezza.

La nostra società è chiamata permissiva, perché ritiene tutto lecito; in nome della libertà si crede di aver diritto a tutte le esperienze, a qualsiasi trasgressione, perfino alla soppressione della vita al suo insorgere. E poi ci si lamenta se prevale in molti la perversa e tenace pratica della vendetta, del regolamento di conti, dell'occhio per occhio dente per dente, della spietata legge della mafia, della camorra e di ogni altra faida politica, culturale o economica.
L'abuso della libertà, sia collettiva che individuale, produce effetti così devastanti, che dovrebbero esserne allarmati non solo i singoli uomini di fede, ma anche l'intera collettività, che viene strumentalizzata e stordita dal frastuono di coloro che, prima determinano e poi “governano” abilmente lo sfascio dei valori spirituali, senza i quali l'uomo non è più in grado di dettare le regole del gioco, ma le subisce passivamente diventando facile preda dei più spregiudicati interessi, a scapito della sua vera libertà. San Giovanni della Croce ci offre questa immagine simbolica: "Colui che vuol rimanere da solo, senza l'appoggio di un 'Padrone' e di una Guida, è simile a un albero solitario abbandonato nei campi; qualsiasi frutto esso produca, i passanti lo coglieranno prima che giunga a maturazione".
A questa insidia soprattutto i giovani dovrebbero porre grande attenzione!
Diceva Sant' Agostino:
“Gli uomini se ne vanno ad ammirare gli alti monti, i grandi flutti del mare, i larghi letti dei fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso delle stelle; e trascurano sé stessi”.
Cristo c'insegna a non tormentarci con false idee e a non perseguire miti illusori; l'uomo può distogliere il pensiero da ogni cosa, anche da Dio, ma non da sé stesso, e ciò determina o meno la sua felicità.
Per questo Gesù ci dice che: “L'uomo non può servire a due padroni".

LIBERTA’

L'uomo orientato prima verso Dio, poi verso il prossimo e infine verso le cose è una creatura regale, ma se perde il senso della propria dignità personale, è inutile sperare che essa gli venga riconosciuta da altri.
Specialmente voi giovani, che siete assetati di libertà, ma frastornati da tanti idoli, ricordate la frase di Gesù:
"La Verità vi farà liberi".
Capirete allora che la religione – molto più di qualsiasi ideologia - può rendere liberi soltanto se è vera.
La religione vera è pratica di Carità in un "cammino senza fine", da percorrere, giorno per giorno alla "luce" di Dio, da uomini forti, che esercitano nella società una giustizia d'amore, sollecita e attenta alle necessità dei fratelli, che soffrono... perfino per la schiavitù del consumismo.

SOLIDARIETA’

Tanto meno può esistere libertà nella estrema indigenza, che ha indotto il Papa a questo drammatico appello:
“Quando milioni di uomini mancano di cibo, quando milioni di bambini ne vengono irrimediabilmente segnati per il resto della vita, mentre migliaia di essi ogni giorno muoiono, io non posso tacere, noi non possiamo restare silenziosi e inerti... In una stessa casa possono alcuni mangiare a sazietà mentre i loro fratelli e sorelle sono esclusi dalla mensa?"
Ma il Papa è anche prodigo di esortazioni verso i giovani, affinchè preparino un futuro migliore, al quale li invita a guardare col più sereno ottimismo perchè, fin d'ora, sommandoci e moltiplicandoci, possiamo fare con la Carità quello che nessuno Stato saprà mai fare con la giustizia.

OTTIMISMO

"Quando io guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza.
Il futuro a lungo termine, nel prossimo secolo, sta nelle vostre mani. Il futuro di pace sta nei vostri cuori.
Per costruire la storia, come voi potete e dovete, è necessario che la liberiate dai falsi sentieri che sta percorrendo. Per far questo dovete essere persone con una profonda fiducia nell'uomo ed una Profonda fiducia nella grandezza della vocazione umana, una vocazione da perseguire nel rispetto della verità, per la dignità e per gli inviolabili diritti della persona umana...
Voi dovete decidere su quali valori costruire la società.
Ognuno sa che dovunque Dio muore nella coscienza della persona umana lì segue inevitabilmente la morte dell’uomo ,che è immagine di Dio.
I valori che scegliete oggi decideranno se le relazioni tra le nazioni continueranno ad essere oscurate dalle tragiche tensioni che sono il prodotto di disegni nascosti o apertamente propagandati...
Voi dovete ascoltare la verità e per questo avete bisogno di purezza di cuore.
Voi dovete comprenderla e per questo avete bisogno di una profonda umiltà.
Voi dovete sottomettervi ad essa e condividerla, e per questo avete bisogno della
forza per resistere alle tentazioni dell'orgoglio, dell'egoismo, della manipolazione.
Cristo risorto vi dà, come suo primo dono, la pace e la riconciliazione.
Col suo messaggio evangelico la Chiesa offre una forza liberante e fautrice di sviluppo proprio, perché porta alla conversione del cuore e della mentalità, fa riconoscere la dignità di ciascuna persona, dispone alla solidarietà, all’impegno, al servizio dei fratelli, inserisce l’uomo nel progetto di Dio, che è la costruzione del Regno di pace, di giustizia a partire già da questa vita”.
Per ristabilire la giusta gerarchia dei valori e dare slancio a una nuova evangelizzazione, per aiutare con generosità tutte le iniziative umanitarie, specie quelle missionarie, il Papa persiste nelle sue esortazioni:

"Sono molte le necessità materiali ed economiche delle missioni: non solo per fondare la Chiesa con strutture minime (cappelle, scuole per catechisti e seminaristi, case di abitazione), ma anche per sostenere le opere di carità, di educazione e di promozione umana, campo vastissimo di azione specialmente nei Paesi poveri.
La Chiesa missionaria dà quello che riceve, distribuisce ai poveri quello che i suoi figli più dotati di beni materiali le mettono generosamente a disposizione.
Desidero a questo punto ringraziare tutti coloro che donano con sacrificio per l'opera missionaria: le loro rinunzie e la loro partecipazione sono indispensabili per costruire la Chiesa e testimoniare la carità”.
Pochi sanno che in alcune nazioni le uniche strutture sanitarie sono della Chiesa cattolica. A carico dei Missionari ci sono nel mondo 1.573 ospedali con 128.000 letti, 2.879 dispensari con oltre 19 milioni di malati visitati ogni anno, 765 lebbrosari con 1.700.000 degenti, 377 orfanotrofi con oltre trentamila bambini abbandonati (dati Agenzia Fides a. 1989).

Dinanzi a tante necessità, la Parola del Signore non può essere sussurro di pochi, ma deve risuonare come voce forte e dilagante per convertire al Vangelo "i giovani di ogni stagione" e tutti coloro che hanno fame e sete di Verità e di giustizia d'Amore.
Dobbiamo sfuggire alle suggestioni del consumismo e del materialismo che ci stanno facendo troppo male; è ormai ora di ripudiare i loro incantesimi per scoprire che solo in Cristo c'è il respiro di libertà per tutte le generazioni.
Ma è nel segreto del nostro cuore che dobbiamo prima consolidare tutto il bene che vorremmo vedere realizzato attorno a noi.
A quanti, bisognosi di amore e desiderosi di amare, sono ancora in cerca di luce, auguriamo la gioia di scoprire e percorrere insieme lo stesso cammino, per divenire più adulti nella fede, più autentici nella concretezza dell'amore, come ci suggerisce Raoul Follereau:
“Se noi volessimo tentare di comprendere il nostro vicino, se volessimo mettere in pratica una Carità vera, quella che, senza preoccupazione di confessioni, di classi, o di razze, vede in ogni uomo un essere da rispettare ed amare, qualche cosa presto nel mondo cambierebbe”
Concludiamo con una riflessione illuminata e lungimirante di Papa Paolo VI, dalla quale traspare per ognuno di noi un orizzonte fecondo di speranza e di attesa, ma anche di responsabilità e di impegno a meditare e a vivere la Parola del Signore che da secoli indica ad ogni uomo lo stesso "cammino", lungo il quale ogni buon Samaritano non si volterà mai indietro per vedere se vi sia una gran folla che lo segua ... :
"L'uomo è soprattutto condizionato oggi da una atmosfera materialistica dalla quale non riesce a liberarsi...
Tutti quelli che mettono il confine della vita a questo livello (di beni falsi, fittizi, perituri) fanno un grande tradimento alla statura umana con una decapitazione che porta l'uomo a non desiderare più ciò a cui è realmente destinato: la vita del cielo, la vita futura, la vita dello spirito.
I problemi crescono. Tutto sembra diventato problema. La nostra sicurezza è
scossa: la nostra tranquillità è perduta.
Che cosa fare noi credenti, noi cristiani?
Dobbiamo fare una provvista di speranza se vogliamo che i nostri passi possano procedere diritti e vigorosi nella marcia faticosa che ci attende. Se questa virtù non ci sostiene, non è certa la nostra perseveranza; potremmo smarrirci per via. E' così facile, oggi purtroppo...
Noi non possiamo essere insensibili e rassegnati a questa sorte, che, negando Dio e il suo regno fra noi, distende una notte senza stelle sui destini umani
11 mondo comincia ad accorgersi che la velleitaria negazione di Dio si ritorce in una reale negazione dell'uomo.
In ogni modo sia chiaro per noi che quanto più si attesta e si diffonde l'ateismo, teorico o pratico che sia, tanto più noi dovremmo, in umiltà e fortezza di spirito, essere gli assertori della gloria di Dio.
E’ maturo il momento di un atto di coscienza totale sui valori supremi e sui valori subalterni: è tempo di scelta non solo pratica e remissiva ma pensata e altresì impegnativa, sul carattere generale che vogliamo imprimere alla nostra esistenza: cristiano o no? Vogliamo essere seguaci di Cristo autentici, ovvero puramente iscritti all’anagrafe dei battezzati e quindi facilmente farisaici e accusati dai principi e dalle esigenze che noi stessi diciamo di professare?
Dobbiamo mirare innanzi tutto a un rinnovamento interiore, a una liberazione dai mimetismi convenzionali, a un rifacimento delle nostre mentalità.
L'uomo è suscettibile di sempre nuovi e inauditi incrementi. è un essere che non è prigioniero di alcun limite definitivo, e che è invece stimolato a una dilatazione progressiva della sua personalità spirituale.
'Cresciamo, ci esorta S. Paolo, sotto ogni aspetto... 'Andate anche voi nella vigna', risuona da quel lontano giorno nel corso della storia”.
Non inganni la gratuità di questa iniziativa, poichè in effetti essa, oltre a proporre alcune riflessioni di carattere ideale e spirituale, mira anche a suscitare concreti gesti di carità cristiana e di solidarietà umana nei confronti di chiunque.
Secondo noi nessuna emergenza supera quella di oltre quarantamila bambini
che ogni giorno muoiono per LA FAME NEL MONDO.
Per cercare di contribuire alla soluzione di tanti gravi problemi del nostro tempo e per essere coerenti con la nostra fede cattolica occorre "crescere e maturare in continuità ", affinchè - come ci esorta san Paolo da duemila anni - "non siamo più dei bambini sballottati e portati qua e là da ogni soffiar di dottrine, succubi della impostura di uomini esperti nel trarre nell'errore" (Ef. 4,14), ma cerchiamo di operare con perseveranza e dedizione "al, servizio e per il pregresso di molti anzi di tutta l’umanità”.

per saperne di più : http://www.gruppoindia.it/

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