Riaccendere la passione democratica

Le istituzioni democratiche odierne, quelle che sono presenti nei Paesi occidentali e che conosciamo da vicino come cittadini, sono da tempo rimesse in discussione in modo profondo, al punto che siamo entrati in una fase, i cui esiti sono ancora aperti e in divenire, di una loro ridefinizione e di ricerca di forme nuove da affiancare all’esistente.

Sappiamo bene che alcuni capisaldi del passato, in particolare per quanto riguarda le modalità e i luoghi della partecipazione alla vita democratica, hanno perso pregnanza e non sono più in grado di parlare a tutti. A tal riguardo è sufficiente richiamare due elementi, tra loro strettamente connessi, presenti nel nostro Paese così come in altre democrazie a noi vicine: da un lato, l’astensionismo in continua crescita nelle tornate elettorali; dall’altro, la constatazione che i cittadini sono sempre più restii a impegnarsi in prima persona nella vita politica. Pur essendo fenomeni che non sono sempre di facile interpretazione, in particolare quello dell’astensionismo, si può convenire su una considerazione di fondo: esiste da tempo – e si sta progressivamente approfondendo – una certa freddezza da parte di numerosi cittadini nei confronti dei circuiti della democrazia, che sempre più raramente sono in grado di appassionare e suscitare il desiderio di impegnarsi, o anche solo far balenare la considerazione che prendervi parte può essere razionalmente conveniente.
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