Il vero Luigi Gonzaga | La Civiltà Cattolica

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Nel 450° anniversario della nascita di san Luigi Gonzaga, papa Francesco ha concesso l’Anno Giubilare Aloisiano, che si inaugura il 9 marzo.

Un’occasione per offrire un profilo del ventitreenne gesuita, ancora riconosciuto fra i patroni dei giovani e fonte di ispirazione e modello per tutta la Chiesa.

Come ogni buon gesuita tende a identificarsi nella propria missione, chiedendosi in continuazione: «Come si sarebbe comportato Gesù in questa situazione?», così San Luigi Gonzaga, il marchesino, il paggio di corte, il giovane asceta, diviene ben presto il compagno di Gesù che si spende in pochi anni per i fratelli, dona con slancio la propria vita e vuole sempre essere unito al Signore nella vita eterna.

Nato a Castiglione delle Stiviere nel 1568 dalla nobile famiglia dei Gonzaga, già a nove anni, ricordando come la Vergine Maria si era donata tutta al Signore, Luigi fece privatamente il voto di consacrarsi completamente a Dio. Crebbe a corte (dei Gonzaga, dei Medici, di Spagna), pur rifiutando di partecipare alla vita mondana: studiava con profitto lingua, scienze, matematica, filosofia e teologia; passeggiava con compostezza e raccoglimento; indossava vestiti logori; stentava a guardare in volto le persone, tutto preso da pensieri spirituali e dalle preghiere, finché arrivò alla risoluzione di farsi prete, e ispirato dalla Madonna decise di entrare nella Compagnia di Gesù, per quattro motivi: il primitivo vigore del nuovo Ordine; il voto di non procurare dignità ecclesiastiche e di non accettarle se non su comando del Papa; le scuole e le congregazioni dell’Ordine per aiutare i giovani; il fine di combattere le eresie e di convertire le Indie, il Giappone e le Americhe. Avendo rinunciato alla sua eredità, nel 1587 Luigi pronunciò i voti di povertà̀, castità̀ e obbedienza. L’identificazione nella sua missione fu totale.

Grande fu la sua attenzione nel servizio e nel consiglio degli altri, che egli cercava di migliorare non tanto nei contenuti di ciò̀ che faceva o diceva, quanto nei modi, nel tatto, nella finezza del comportamento. In Luigi era vivo il senso del Corpo mistico che è la Chiesa e visse con particolare intensità̀ lo zelo per la missione a Roma, in Europa e nel mondo intero. Egli cercava «una scorciatoia verso la perfezione», mediante una preghiera profonda che fa percepire ogni cosa unita a Dio nella prospettiva della salvezza.

Preso da una forte febbre, nel 1591 in una sua lettera alla madre manifestò la sua gioia di morire giovane, prima che in qualche modo potesse «macchiarsi», e di raggiungere il Signore. Lo stesso anno, mormorando Laetantes imus, laetantes imus, morì. Fu canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII e proclamato patrono dei giovani e degli studenti

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