Il Papa manda al rogo la cancel culture

Chiarissimo discorso di Francesco ... contro "una colonizzazione ideologica che invade tanti ambiti e istituzioni pubbliche"

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. A restare negli annali, invece, sarà l’esplicita condanna della cancel culture. Mai, Francesco, aveva usato tale espressione, ormai entrata nel dibattito pubblico tra una statua rimossa perché dedicata a un ottocentesco generale schiavista e l’abbattimento di monumenti a Cristoforo Colombo in quanto reo d’aver propiziato l’annientamento delle primitive civiltà locali.

Mentre in Italia c’è chi ha tempo da impiegare per contare le settanta e più statue del Prato della Valle padovano e ha altrettanto tempo per accorgersi che manca una donna – anche l’immunologa Antonella Viola s’è sentita in dovere di aggiungere la sua voce alla politicamente corretta indignazione corale – Francesco diceva che “si va elaborando un pensiero unico costretto a rinnegare la storia, o peggio ancora a riscriverla in base a categorie contemporanee, mentre ogni situazione storica va interpretata secondo l’ermeneutica dell’epoca”.

Per essere più espliciti, se possibile, il Papa ha chiarito che la cancel culture “è una forma di colonizzazione ideologica che non lascia spazio alla libertà di espressione”; una colonizzazione “che invade tanti ambiti e istituzioni pubbliche”.

“In nome della protezione delle diversità, si finisce per cancellare il senso di ogni identità, con il rischio di far tacere le posizioni che difendono un’idea rispettosa ed equilibrata delle varie sensibilità”.

Una presa di posizione che più razionale e sensata non si potrebbe, ma che apre ..
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