Ci equivochiamo a pensare che la giustizia “si deve fare”, in realtà la giustizia la si può solo accogliere e amare.
Fa parte di un ordine relazionale a cui aderire.
Ogni volta che si custodisce il “Tu” della relazione si permette al proprio “Io” di vivere libero e in pace.
Solo capovolgendo il significato di giustizia, si ascolta come imperativo il grido della coscienza che sorge davanti a ogni ingiustizia.
È dal dis-ordine che nasce l’ingiustizia: le sue conseguenze sono la rottura di relazione personali e sociali, come capita quando c’è un’eredità da dividere, quando si perseguono i propri interessi calpestando i più deboli, o ancora quando si uccide.
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Francesco Occhetta
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