Dono e spreco contro fame e insensatezza. Una risposta a due povertà

Carissimi

il pezzo di ieri su Avvenire...come mettere insieme dono e spreco per risolvere due povertà...e alcune delle migliori pratiche del paese

Dono e spreco contro fame e insensatezza. Una risposta a due povertà
Una risposta a due povertà

Leonardo Becchetti

domenica 16 febbraio 2020
Dono e spreco: due input (fattori produttivi) abbondanti in natura che, se combinati in modo efficiente, possono risolvere il problema di due povertà: quella materiale e quella di ricchezza e di senso del vivere. I dati sullo spreco sono impressionanti. Ogni anno un terzo della produzione mondiale (il 40% negli Stati Uniti) viene sprecata (in parte al momento della produzione, ma soprattutto al momento del consumo). Secondo le stime della Fao gli 868 milioni di persone che soffrono la fame potrebbero essere nutrite per 4 anni con lo spreco di un solo anno.

In Italia la "Legge del buon Samaritano" (Legge n 155, entrata in vigore il 16 luglio del 2003) ha costruito un meccanismo che agevola la cessione dei prodotti commestibili ma non più vendibili dalla grande distribuzione e dalla ristorazione alle organizzazioni di Terzo settore che combattono la povertà e si prodigano per gli "scartati". Anche grazie a questo stimolo stanno nascendo in varie parti del Paese "empori della solidarietà". Si tratta di luoghi dove organizzazioni di Terzo settore raccolgono i prodotti della grande distribuzione e li distribuiscono a una lista di beneficiari rigorosamente selezionata dai centri d’ascolto con meccanismi di tessere a punti che evitano abusi e rivendita di prodotti.

Un parroco di Capua don Gianni Branco ha però introdotto nel circuito del dono e dello spreco un’innovazione significativa che diversifica le fonti di offerta. Partendo dalla tradizione di generosità napoletana del "caffè sospeso" (un dono monetario che i clienti di alcuni bar lasciano per offrire un caffè e chi verrà dopo) ha messo in collegamento attraverso un App il circuito dei negozi della città dove venditori e clienti possono lasciare un "sospeso" collegato a tutti i possibili beni vendibili. I beneficiari selezionati dalla Caritas e dai centri d’ascolto possono così accedere in uno dei punti vendita a una vasta gamma di beni e servizi. Un altro innovatore e "broker" efficiente dello spreco Marco Costantino è l’inventore di "Avanzi Popolo" a Bari. Che offre il proprio logo a eventi e ricevimenti locali (dove notoriamente l’offerta è generosa e il cibo largheggia) che sono già in collegamento con l’organizzazione che indirizza quanto avanzato a una rete di beneficiari locali. La gestione efficiente del circuito dello spreco e del dono può risolvere simultaneamente due forme di povertà. Quella materiale dei riceventi e quella di senso del vivere dei potenziali donatori. Il Rapporto mondiale sulla Felicità sottolinea infatti come la gratuità sia uno dei sette fattori chiave che spiegano il 75% delle differenze di soddisfazione di vita tra i diversi Paesi del mondo.

Facilitare l’attivazione del dono e canalizzare lo spreco verso potenziali beneficiari non risolve dunque solo il problema di quest’ultimi, ma è anche capace di attivare quella predisposizione a donare che può salvarci da epidemie di povertà di senso del vivere come quella scoppiata negli Stati Uniti con la crisi delle morti per disperazione che ha aumentato il tasso di mortalità dei bianchi non ispanici tra i 40 e i 60 anni. Il circuito dello spreco e del dono incentivato fiscalmente è un bell’esempio di quell’economia a quattro mani (mercato, istituzioni, cittadinanza attiva, organizzazioni e imprese responsabili) che sono fondamentali per risolvere i nostri problemi nella logica dell’economia civile.

Una direzione di progresso fondamentale di queste esperienze innovative sta nella capacità di coinvolgere in forme sempre più attive e generative i beneficiari che possono diventare soci e promotori della stessa iniziativa. La povertà (materiale) è infatti in realtà un fenomeno multidimensionale fatto di fragilità economica, povertà educativa, di relazioni, di autostima. Non si risolve soltanto con un assegno o con un pacco dono ma richiede accompagnamento e attivazione. Creare valore economico sostenibile è un’azione morale decisiva nella nostra società. Ma gestire in modo efficiente il circuito del dono e dello spreco è altrettanto importante perché può risolvere contemporaneamente le due povertà di cui si è detto e che, in diversi modi, ci assediano, quella materiale e quella di ricchezza e di senso del vivere.

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