Il divino inquieto | La Civiltà Cattolica

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Nella prima sezione – «Presupposti» – si pongono i fondamenti biblici della pneumatologia a partire dalla Bibbia ebraica (M. Settembrini, «La terminologia dello Spirito nell’Antico Testamento»), con un’incursione poi nella letteratura giudaico-ellenistica (F. Calabi, «Pneuma, dynameis e ispirazione in Filone d’Alessandria»), per approdare infine al Nuovo Testamento (M. Marcheselli, «“Il vento soffia dove vuole e odi il suo suono” (Gv 3,8a). Spirito e parola di Gesù nel Quarto Vangelo»).

Segue la sezione intitolata «Verso Origene e oltre», con un saggio di M. Simonetti che presenta una sintesi storica dell’indagine pneumatologica nei primi secoli cristiani («Lo Spirito santo nella riflessione trinitaria del II e III secolo»). F. Pieri, nel contributo «La “religione dello spirito”.
Appunti per la revisione di un modello storiografico», riferendosi alla tesi di Harnack sul progressivo superamento del profetismo carismatico da parte dell’istituzione ecclesiastica, considera troppo schematica la contrapposizione tra profetismo e gerarchia. Sulla scoperta di nuovi testi origeniani in un codice di Monaco è incentrato il saggio di L. Perrone, «La pneumatologia di Origene alla luce delle nuove Omelie sui Salmi». La sezione è conclusa da G. Maspero («Da Origene ai Cappadoci. Lo Spirito e la gloria»), il quale mette in risalto la connessione fra teologia della gloria e teologia del regno, con particolare riferimento, in ambito cappadoce, a Basilio e a Gregorio di Nissa.

La terza sezione – «Momenti e figure» – prende in esame testi gnostici (C. Gianotto, «Ruolo e funzione dello Spirito in uno scritto gnostico tardivo: Pistis Sophia») e apocrifi (E. Norelli, «Lo Spirito in un antico apocrifo: Il Vangelo degli Ebrei»). Tertulliano, che costituisce in Occidente il vertice della riflessione trinitaria nel III secolo, è oggetto dello studio di F. Ruggiero, «Spirito santo e teologia del martirio nel “De corona” di Tertulliano».
Un caso particolare è affrontato da C. Burini De Lorenzi in «“Spiritus sanctus filius Dei”. Enunciati pneumato-cristologici in De duobus montibus». In questo testo pseudociprianeo emerge una concezione di tipo binitario, con l’identificazione di Spirito Santo e Figlio di Dio. La sezione termina con il contributo di G. Bendinelli, «Il dibattito sullo Spirito santo in ambito latino prima di Agostino: Ilario, Mario Vittorino e “De Trinitate” pseudo-atanasiano». Va notato che in quest’ultimo trattato si trova quasi un’anticipazione della dottrina del Filioque.

L’ultima sezione – «Traiettorie» – si apre con un saggio sull’arte paleocristiana, corredato da una ricca documentazione iconografica: R. Zanotto, «Sicut columba (Lc3,22): rappresentazioni dello Spirito santo nei primi secoli cristiani (II-VI)». Il discorso si allarga poi alla prospettiva dell’islam: D. Righi, nello scritto «Lo Spirito santo nel Corano e nelle interpretazioni dei commentatori», mette in rilievo che l’espressione «spirito di santità», presente nel Corano, è riferita all’angelo Gabriele secondo la tradizione islamica. Infine, D. Gianotti, con il saggio «Il Signore e lo Spirito. Cristologia pneumatica fra antichità e attualità», mostra l’importanza dell’elaborazione di una teologia dello Spirito nell’ambito del dinamismo trinitario, che conduce da Dio a Dio attraverso la duplice missione del Figlio e dello Spirito Santo.

Questo è un volume ricco di spunti e di sollecitazioni di carattere interdisciplinare che, pur con alcune omissioni (in particolare mancano saggi su Agostino e Gregorio di Nazianzo), offre un panorama assai stimolante della pneumatologia antica, rilevante anche per il dibattito teologico attuale.
Il divino inquieto. Lo Spirito santo nelle tradizioni antiche

a cura di FRANCESCO PIERI – FABIO RUGGIERO
Brescia, Morcelliana, 2018,

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