Esercizio zen e meditazione cristiana | La Civiltà Cattolica

Esercizio zen e meditazione cristiana | La Civiltà Cattolica

ESERCIZI ZEN E CRISTIANESIMO

"Di fronte ai diversi valori racchiusi in queste esperienze, è del tutto inappropriato respingere semplicemente l’esercizio Zen, ritenerlo pericoloso e mettere sempre in guardia contro di esso.

Non ogni medicina giova e aiuta tutti.
Ma questo non significa che ciò che non è buono per qualcuno non possa costituire un valido aiuto per altre persone.

Per capirlo è importante consultare il medico o il farmacista, e comunque qualcuno che è esperto in materia".

(p. Waldenfels, q. 4011/4012)

Quaderno 4011-4012 pag. 209 - 222Anno 2017Volume III

ABSTRACT – L’uso del termine «Zen», divenuto di moda, si estende a proposte molteplici. In parte ciò è dovuto a «maestri» che si definiscono tali e si autorizzano da soli. Per questo è importante conoscere ciò che viene proposto in Occidente con la meditazione buddista. In particolare, intendiamo parlare degli esercizi Zen nel modo con cui vengono praticati da non buddisti, e soprattutto da cristiani. D’altro canto, oggi infatti non è più tollerabile la superficialità con cui nei secoli passati si sono espressi talvolta giudizi su ciò che è eretico o meno, tanto più che è necessario distinguere chiaramente tra teoria e prassi.

L’esercizio Zen si svolge in silenzio, stando seduti in maniera composta (zazen). Esso si fonda essenzialmente su un atteggiamento di quiete, dove alla quiete esteriore corrisponde quella interiore. Lo scopo di tale addestramento è quello di raggiungere uno stato in cui l’esercitante sia libero da immaginazioni e pensieri.

È possibile mostrare in modo fondato che l’esercizio Zen non allontana l’esercitante da Cristo, come temuto da alcuni, ma gli fa trovare la via per essere in lui, un modo per fare esperienza concreta del binomio «Cristo-in-me» e «io-in-Cristo.

Inoltre è interessante notare che si possano istituire dei paralleli tra questa pratica e gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, a partire già dalla scelta comune della parola «esercizi». Per Ignazio, all’inizio dell’epoca moderna, essi costituivano una via per condurre la persona a una conoscenza esistenziale del suo rapporto con Dio. Egli perciò ha dato indicazioni precise sui luoghi e i tempi degli Esercizi, sull’atteggiamento del corpo e sulla disposizione dell’animo, e anche sui singoli passi da percorrere lungo il corso degli Esercizi. Purtroppo a lungo gli Esercizi sono stati ridotti ad argomento di conferenze.

Coloro che partecipano agli esercizi Zen, o a ciò che viene proposto in Europa sotto questo nome o altri simili, sono in genere persone che provengono dall’ambito culturale «occidentale». Possono essere cristiani inseriti nel loro credo religioso più o meno profondamente; oppure persone non battezzate che sono in ricerca dal punto di vista religioso. A seconda della provenienza di ciascuno, è differente la reazione a tali esercizi. Ma è del tutto inappropriato respingere semplicemente l’esercizio Zen, ritenerlo pericoloso e mettere sempre in guardia contro di esso. Non ogni medicina giova e aiuta tutti.

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